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Il Santuario di Caravaggio è Chiesa Giubilare

Il nostro Santuario è stato indicato dal Vescovo di Cremona S.E. mons. Antonio Napolioni come Chiesa Giubilare, ovvero Chiesa indicata come luogo di ritrovo per i pellegrini. In queste chiese ci sarà la possibilità di vivere il sacramento della Riconciliazione e nutrire l’esperienza di fede con la preghiera.

Potranno ricevere l’indulgenza i fedeli “veramente pentiti”, “mossi da spirito di carità”, “che, nel corso del Giubileo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione – si legge nel testo diffuso dalla Penitenzieria Apostolica – pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice”. L’indulgenza potrà essere applicata “in forma di suffragio alle anime del Purgatorio”.
I fedeli potranno ottenere l’indulgenza intraprendendo un pellegrinaggio verso qualsiasi luogo sacro giubilare e prendendo parte a un momento di preghiera, celebrazione o riconciliazione. Poi, ancora, “visitando devotamente qualsiasi luogo giubilare” e vivendo l’adorazione eucaristica, concludendo con il Padre Nostro, la Professione di fede e Invocazioni a Maria.

In caso di gravi impedimenti, i fedeli “veramente pentiti che non potranno partecipare alle celebrazioni, ai pellegrinaggi o alle visite”, potranno conseguire l’indulgenza giubilare alle stesse condizioni se “reciteranno nella propria casa o là dove l’impedimento li trattiene, il Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima e altre preghiere conformi alle finalità dell’Anno Santo, offrendo le loro sofferenze o i disagi della propria vita”.
Altre modalità sono le “opere di misericordia e di penitenza, con le quali si testimonia la conversione intrapresa” e la visita “ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili… ), quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro”. L’indulgenza potrà essere ottenuta anche “astenendosi, in spirito di penitenza, almeno durante un giorno da futili distrazioni (reali ma anche virtuali) e da consumi superflui, nonché devolvendo una proporzionata somma di denaro ai poveri, o sostenendo opere di carattere religioso o sociale, in specie a favore della difesa e protezione della vita”.

 




Ogni Sabato in Santuario preghiamo per la pace

“Ogni giorno aumentano i pezzi di questa guerra mondiale che si abbatte su diversi popoli e numerosi luoghi, spesso dimenticati. Non dobbiamo stancarci di chiedere che tacciano le armi, di pregare perché l’odio faccia spazio all’amore, la discordia all’unione. È tempo di fermare la follia della guerra: ognuno è chiamato a fare la propria parte, ognuno sia artigiano di pace”, afferma il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.

Preghiamo per la pace in Santuario

Ogni sabato, quando non vi è una memoria o una festa liturgica, alle 7.00 alle 8.30 e alle 10.00 celebreremo la Messa di “Maria Regina della pace” e nel Rosario del Sabato della Riconoscenza che si celebra dopo la Messa delle ore 16.00 pregheremo proprio per queste intenzioni per invocare dal Signore, per intercessione di Maria, questo indispensabile dono.

 




Esercizi Spirituali brevi ignaziani “Il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo”

Esercizi Spirituali brevi residenziali dalla cena di venerdì 30 agosto al pranzo di domenica 1 settembre, secondo il metodo di S. Ignazio, per riprendere slancio e orientamento nel nuovo anno che ricomincia. La proposta, vissuta nel silenzio, guidata da P. Massimo Tozzo e dall’équipe del CIS, si struttura come un itinerario di preghiera biblica e offre la possibilità di un incontro quotidiano con una delle guide. Per informazioni: centro@santuariodicaravaggio.org




L’anniversario dell’Apparizione: “C’è una Madre tra Dio e i bambini”

La memoria del Battesimo ha aperto la celebrazione solenne del 26 maggio al Santuario di Santa Maria del Fonte, a Caravaggio, nell’anniversario dell’Apparizione di Maria a Giannetta.

Fin dalle prime ore del mattino centinaia di pellegrini hanno varcato i cancelli del Santuario per sostare in preghiera davanti alla statua della Vergine nella Basilica.

Alle 9.45 la Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, come da tradizione, è stata introdotta dal momento di preghiera presso il Sacro Fonte, dove il vescovo ha recitato l’atto penitenziale, e dove ha posto un mazzo di fiori nei pressi dello speco.

La Messa, alla presenza dei sacerdoti del Santuario, dei diaconi e dei seminaristi, è stata concelebrata da mons. Eliseo Ariotti, già nunzio apostolico in Paraguay e originario di Arzago d’Adda, e mons. Amedeo Ferrari, rettore del Santuario regionale.

«Questa celebrazione trabocca di temi che esaltano ancor di più la festa dell’Apparizione di Maria a Giannetta nel 1432 – ha esordito il vescovo nell’omelia –. Oggi non solo è domenica, ma siamo nell’anno della preghiera in cammino verso il Giubileo, è la festa della SS. Trinità ed è la prima Giornata mondiale dei Bambini». «E allora la riflessione viene chiarissima – ha proseguito – tra il mistero infinito della Trinità santa di Dio Padre, Figlio e Spirito santo e la concretezza di ogni bambino, cos’è l’uomo perché te ne ricordi? Il figlio dell’uomo perché te ne curi? Cos’è un bambino? È tutto, è un mistero altrettanto degno di contemplazione e di amore quanto il mistero santo di Dio. E cosa c’è in mezzo se non una madre? Ogni madre, Maria Santissima». «E allora questo mettersi in mezzo tra Dio e i bambini è una grande questione, perché può essere il motivo di grandi violenze e di grande scandalo».

Citando l’episodio dell’indignazione di Gesù di fronte al tentativo dei discepoli di impedire ai bambini di incontrare il Maestro, il vescovo Napolioni ha invitato a prestare attenzione, perché «la Parola di Dio e i bambini sono le due cose più sacre e delicate che esistano al mondo ed è Maria che ci insegna come fare». «Non come chi bombarda, chi fa terrorismo – ha aggiunto –, non curante del numero di feriti e soprattutto feriti nell’anima». Da qui il dubbio sorge spontaneo: «Come faranno ad amare, a sperare, a credere, quei bambini che hanno visto morire i genitori, che hanno sentito il nome di Dio usato da un popolo contro un altro. Come potranno vivere da figli di Dio?». «Vivranno da fratelli avvelenati – ha evidenziato il vescovo – E una madre in mezzo cosa può dire, cosa può fare, oltre che piangere e supplicare misericordia?».

Il focus si è quindi spostato nei luoghi “più vicini”, nei luoghi della quotidianità, anch’essi scenari di conflitti, di divisioni, di abusi, commessi da chiunque: «E più questo chiunque è credente, ministro di Dio, educatore, insegnante, più è grave il tradimento nei confronti dei bambini». Gesù disse: “Meglio che uno si metta una macina da mulino e si getti nel mare piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli”. «E in tanti modi scandalizziamo i piccoli», ha aggiunto mons. Napolioni. Ma i piccoli non sono solo i più piccoli d’età, sono anche «i poveri, coloro che mettiamo ai margini».

Per questo l’invito è quello a «metterci tra Dio e i bambini alla maniera di Maria, alla maniera di una Chiesa che, nonostante sia più affaticata, meno ricca e meno entusiasta che nel passato, non smette di aprire l’oratorio, di proporre il Grest, i campiscuola – ha evidenziato il vescovo Napolioni –, non solo perché c’è ancora qualche prete giovane che ci crede, ma perché ci sono famiglie che guardando a Maria, alla famiglia di Nazareth, che sentono che è possibile dare speranza ai propri figli e ai figli di tutti, non anteponendo i “nostri” ai “loro”, i “vicini” ai “lontani”, ma costruendo solidarietà, costruendo la civiltà dell’amore, attraverso una fraternità di famiglie, attraverso quello stile evangelico che Maria ci ripropone continuamente». Ha così concluso: «E allora sapremo metterci tra Dio e i bambini servendo l’incontro misterioso e fecondissimo tra la volontà del Padre, il dono del Figlio, la potenza dello Spirito e ogni desiderio di bene nascosto nel cuore dei piccoli: si chiama vocazione questo incontro».

La Messa, animata dall’Unione Corale don Domenico Vecchi, si è chiusa con il saluto e i ringraziamenti del vescovo a tutta la comunità che ha partecipato alla celebrazione. Monsignor Napolioni ha quindi rivolto a tutti un invito ad aderire all’iniziativa a tutela del Santuario e della campagna che lo circonda, richiamata da striscioni e banchetti per la raccolta firme allestiti durante la giornata dell’anniversario. Un invito chiaro a fare la propria parte per «salvare il Santuario dalla frenesia di costruire». «La Lombardia è già molto costruita e abitata, e ci auguriamo che lo sia sempre – ha sottolineato il vescovo –. Ma proprio qui dobbiamo fare degli scatoloni di cemento e far circolare dei tir per giuste esigenze produttive e di lavoro? Proprio qui, rovinando anche uno dei pochi luoghi di silenzio, di preghiera, di ristoro?». E allora l’invito a firmare presso i banchetti allestiti negli spazi del Santuario, posti «a raccogliere le firme della gente che ama il Santuario, che ama questa terra e che la vuole custodire». «Non è una firma contro nessuno – ha concluso –, ma una firma perché il Santuario si faccia ancor più amare e conoscere da tanti».

La benedizione finale, con la recita della supplica, è avvenuta davanti alla statua della Madonna apparsa a Giannetta. Lì, il vescovo Napolioni ha concesso ai presenti e a tutti gli spettatori da remoto l’indulgenza plenaria. Nel pomeriggio alle 14.30 la preghiera per la Giornata dei Bambini e, dalle 16.40 la preghiera nella memoria dell’Apparizione.




Quaresima in Santuario

Con il Mercoledì delle Ceneri inizia il Tempo di Quaresima, periodo di quaranta giorni che precede la Pasqua caratterizzato dal digiuno e penitenza in attesa della Luce della Risurrezione di Cristo.

Di seguito proponiamo due messaggi da cui trarre alcuni spunti di riflessione:

QUARESIMA IN SANTUARIO

  • Ogni sabato, dopo la Messa festiva delle ore 16, si celebra la Via Matris, preghiera con la quale si contempla la Vergine Maria associata alla Passione di Cristo.
  • Ogni domenica, alle ore 15.15, si celebra la Via Crucis



Disponibile in Cancelleria il calendario del Santuario per l’anno 2024

È disponibile in cancelleria il calendario del 2024. Quest’anno, su ogni mese, abbiamo voluto illustrare di nuovo i dipinti del nostro Santuario; non solo per gustare la bellezza delle immagini, ma soprattutto per coglierne il messaggio di vita, di vita cristiana, di vita per l’oggi. In copertina invece è possibile ammirare una fotografia ad alta risoluzione di tutta la tazza cupolare affrescata.

Nel calendario sono stati inseriti anche quelli che sono gli appuntamenti principali già calendarizzati che riguardano soprattutto la vita liturgica del Santuario, ma anche quella pastorale con le attività rivolte a tutti quanti frequentano il Santuario.

Agli abbonati alla rivista arriverà direttamente il calendario a casa come supplemento al numero 3 che è in distribuzione in questo periodo. Si coglie l’occasione per ricordare che è possibile abbonarsi, o rinnovare l’abbonamento alla rivista anche tramite questo portale del Santuario a questo link: https://www.santuariodicaravaggio.org/rivista-del-santuario/

 

 




La Parrocchia “Maria Santissima di Caravaggio” in Barra di Napoli si unirà in gemellaggio con il nostro Santuario

Nella giornata di Sabato 19 Ottobre – e più precisamente durante la Messa delle ore 16.00 – un gruppo di pellegrini della Parrocchia “Maria Santissima di Caravaggio” in Barra, quartiere dell’area orientale di Napoli, si farà pellegrino al nostro Santuario per unirsi in gemellaggio di fede e di preghiera. Questa comunità è legata alla Chiesa edificata nel 1744 e dedicata proprio al culto della Madonna di Caravaggio. Come simbolo di questo gemellaggio il Santuario consegnerà a questa comunità il Ramo Fiorito, simbolo che distingue la rappresentazione dell’Apparizione di S. Maria del Fonte, che verrà posto proprio tra le due statue venerate nella Chiesa di Barra. Questo simbolo è stato realizzato interamente in ferro battuto dal sig. Enrico Sassi che con intraprendenza e maestria, nonché una forte devozione alla Madonna di Caravaggio, ha realizzato una riproduzione fedele di un ramo fiorito.




Ogni giorno il ricordo dell’Apparizione con il suono delle campane

Dal 1° di Ottobre, ogni giorno alle ore 17.00 – momento in cui nel lontano 26 maggio 1432 la Madonna apparve a Giannetta – le campane del Santuario con la melodia dell’inno Venite preghiamo, ci ricorderanno questo prodigioso evento invitandoci a sostare un momento in preghiera.




Pubblicato il numero di Ottobre de “Il Ramo fiorito”

Ecco pubblicato il numero 425 per il mese di Ottobre 2024 con tutti gli appuntamenti e, in modo particolare, il calendario delle celebrazioni alle quali tutti sono invitati a partecipare in questo mese dedicato alla preghiera del Rosario.




Corso di arte del presepe

Una nuova proposta che si inserisce nelle proposte e iniziative del prossimo anno pastorale 2024/2025. Nel mese di ottobre di quest’anno e più precisamente nei giorni di sabato 12 e domenica 13 si terrà il corso di arte del presepe che affronta gli aspetti biblico-teologici, lo studio, la progettazione e realizzazione di una scena, la realizzazione di rocce, grotte e ambientazioni, la colorazione e l’illuminazione.

Il corso si terrà presso il Centro di Spiritualità del Santuario con possibilità di pernottamento.

Per informazioni e iscrizioni:

328 033 69 72 oppure inviare una mail a: centro@santuariodicaravaggio.org

 




Tutta la diocesi di Cremona in preghiera per l’inizio del nuovo anno pastorale

Anche questo anno pastorale 2024/25 per la Chiesa cremonese è iniziato con lo sguardo rivolto al volto di Maria. A nome di tutta la comunità diocesana, riunita nel pomeriggio di domenica 22 settembre nel nostro Santuario per l’annuale pellegrinaggio, il vescovo Napolioni ha rivolto la preghiera di saluto alla Vergine del Fonte.

Pellegrini in cammino e nella preghiera verso il Santuario, “Pellegrini di speranza” verso il nuovo anno pastorale che condurrà la diocesi, insieme con la Chiesa universale, al Giubileo del 2025.

 

“Santa Maria, Madre di Dio e dell’umanità, siamo qui da te, fonte di ogni grazia, per invocarti all’inizio di un nuovo cammino” ha pregato il vescovo dopo la preghiera del rosario guidata dal parroco di Caravaggio mons. Giansante Fusar Imperatore e dopo il canto delle litanie che ha accompagnato la processione verso lo speco. Con lui il vescovo emerito mons. Dante Lafranconi, il vicario generale don Massimo Calvi, il vicario episcopale per la pastorale don Gianpaolo Maccagni, il rettore del Santuario mons. Amedeo Ferrari e dagli altri sacerdoti concelebranti giunti insieme alle proprie comunità dalle cinque zone della diocesi, dove nelle scorse settimane il vescovo ha incontrato le presidenze dei consigli pastorali parrocchiali e unitari per un primo momento di condivisione e dialogo sul percorso del nuovo anno.

 

Dopo la preghiera di saluto con cui ha affidato la Chiesa cremonese a Maria, mons. Napolioni ha presieduto la Santa Messa all’esterno della Basilica, nel giardino del crocifisso, con l’accompagnamento dell’unione corale “Don Domenico Vecchi” diretta dal maestro Grazioli, la presenza delle religiose dei diversi istituti della diocesi e di numerosi malati come sempre accompagnati dal servizio generoso di volontarie e volontari dell’Unitalsi e della Fondazione SS. Redentore di Castelverde, con il servizio all’altare dei ministranti di Cassano d’Adda.

 

«In questo tempo abbiamo così grande bisogno di farci pellegrini di speranza», ha introdotto il vescovo richiamando proprio il titolo dell’anno pastorale e del Giubileo. «Non stanchiamoci di desiderarlo, di preparare questo cuore, perché si ridesti alla speranza, perché non ceda alle tentazioni di scoraggiamento, al pessimismo, al male. Godiamoci questa intimità con Dio popolare, che schiude il nostro cuore a nuove relazioni».

 

L’omelia si è aperta con un pensiero alla Galilea, «ai rumori di guerra» che ne feriscono il silenzio e alla nostalgia che per i credenti qui e oggi è nostalgia di Cristo.

 

«Le nostre passioni fanno guerra nelle nostre membra», ha proseguito monsignor Napolioni ripercorrendo i passi della Scrittura. «Chi di noi hai il cuore in pace? Siamo onesti, avere il cuore in pace è un capolavoro di Dio. E gli altri – ha aggiunto – sono il grande aiuto nella sfida di vivere in pace. Ci riusciamo solo insieme».

 

Di fronte alle fascinazioni di una vita individualistica, dove la proposta del mondo è quella di bastare a se stessi, il vescovo invita a riflettere e a riflettersi nella Passione di Gesù: «La solitudine ci rende disperati, mentre la Passione di Gesù rigenera i cuori, le relazioni, mette in circolo la grazia, la possibilità del perdono. Questa è la passione che ci guarisce».

 

E lo fa attraverso lo sguardo di un bambino: “Preso un bambino lo pose in mezzo a loro”. «Ci fa ancora commuovere lo sguardo di un bambino? Richiama a tutti noi lo stupore per il miracolo della vita. Gesù ha imparato dalla madre come si abbraccia un bambino. Il potere dell’essere bambini, figli, pronti all’avventura della vita, della fede e della gioia».

 

In questo sguardo, in questo abbraccio il senso dell’impegno pastorale, del cammino della comunità cristiana anche in questo anno che inizia: «E allora – ha aggiunto monsignor Napolioni – il nostro programma pastorale si riassume in tre semplice parole che i bambini ci insegnano: la bellezza, la fragilità, l’amicizia. Accogliere un bambino significa accogliere ogni fragilità, anche la nostra. Anche la fragilità delle nostre parrocchie che non sempre sono come vorremmo ma che possono essere un miracolo di amicizia. Ognuno, anche oggi, regala il miracolo della sua presenza. e ognuno porta a casa l’incoraggiamento che viene dalla presenza degli altri: questa è la bellezza discreta di una Chiesa che prega, che celebra, che invoca la Madre e da lei impara i gesti che vincono le resistenze che abbiamo nel cuore». A Maria è dedicato l’ultimo pensiero dell’omelia: «Non siamo qui per affidarci a Lei in uno “scaricabarile religioso”, ma veniamo a scuola da Lei, veniamo a riconoscerci e farci plasmare dalla sua maternità per essere una Chiesa che accoglie tutti come un bambino. E che così accoglie il Signore».

 

La celebrazione è quindi proseguita nel raccoglimento della preghiera concludendosi con l’indulgenza plenaria concessa nell’occasione a chi ha partecipato all’EuEucaristia.

È possibile visualizzare la photogallery completa a questo link: Clicca qui.

Il prossimo appuntamento, che chiuderà il ciclo le iniziative di apertura dell’anno pastorale 2024/25 sarà il convegno pastorale in programma sabato 28 settembre in Seminario, a Cremona. L’avvio dei lavori sarà alle 9 nel salone Bonomelli dove, dopo la preghiera e il saluto del vescovo Antonio Napolioni, interverrà il vescovo di Asti, Marco Prastaro, che, con uno sguardo già rivolto al Giubileo, aiuterà a introdurre il tema dell’anno pastorale, “Pellegrini di speranza”. Nel pomeriggio i lavori proseguiranno a gruppi seguendo tre “sentieri”: l’amicizia… che invera la comunione; la bellezza… che apre al mistero; la fragilità… che invoca la carità. La conclusione con il Vespro in chiesa alle 16.30. Il convegno è aperto a tutti ma è richiesta l’iscrizione compilando il modulo su www.diocesidicremona.it/convegno24.




In Santuario la Messa con i preti anziani accompagnati dai volontari Unitalsi. Delpini: «Come intenditori di gioia»

Annuale appuntamento dedicato ai presbiteri anziani e malati giovedì scorso al nostro Santuario dove l’Unitalsi lombarda e la Conferenza episcopale lombarda hanno organizzato la 10ª Giornata della fraternità sacerdotale. Perché non si smette mai di essere sacerdoti, sia quando si è giovani e in forze, sia quando si è in là con gli anni e il fisico non è più quello di una volta. Per l’occasione l’arcivescovo di Milano e metropolita di Lombardia Mario Delpini ha presieduto nella basilica del nostro Santuario, alle 11.30, la Messa solenne. Presenti una quindicina fra vescovi e vescovi ausiliari ed emeriti delle diocesi lombarde e ben 126 sacerdoti: un numero record, oltre alle dame e ai barellieri dell’Unitalsi guidati dai presidenti provinciali e dal presidente regionale Luciano Pivetti. La processione dal Centro di spiritualità fino alla basilica, durante la quale è stato pregato il Rosario, ha preceduto la celebrazione. «Vanno fatti i complimenti all’Unitalsi – ha detto simpaticamente Delpini a inizio Messa – per l’organizzazione di questa giornata e anche, dopo le preoccupazioni di ieri, per aver fatto uscire il sole».

Nella sua omelia l’arcivescovo di Milano ha raccontato di tre figure di preti. Il primo: il prete che scrive a tutti, dai suoi confratelli fino al presidente della Repubblica e anche e soprattutto al suo vescovo, lamentandosi di continuo. A un certo punto – ha detto Delpini – il vescovo si decide a rispondergli e gli dice: «Caro padre, ti è rimasta ancora un po’ di speranza nel Paradiso?». Un chiaro invito al sacerdote a porre tutta la propria speranza nella grazia di Cristo Gesù.

Poi c’è un secondo esempio di prete, quello tutto scrupoli: è colui che si affligge e si inquieta continuando a fare l’elenco delle proprie inadempienze. Ma non c’è bisogno di tormentarsi, perché Dio, tramite l’angelo serafino, gli manda un messaggio chiaro: è sufficiente che il prete sia santo, anche senza parole, anche senza digiuno, anche senza andare e venire qua e là.

Infine, il terzo esempio: il prete esperto di vini, quello che ne sa più di tutti, ma anche quello che si trasfigura dalla gioia nel momento che entra in un luogo chiamato «Cantina degli angeli». «L’intenditore di vini – ha detto l’arcivescovo – non è quello che gira ovunque, ma quello che sa dove si trova il vino buono. Come l’intenditore di gioia, che sa dove trovarla; e là dove c’è la gioia lui si stabilisce».

L’omelia è finita lasciando a ciascuno dei presenti le proprie riflessioni. «Chi si riconosce, almeno in parte, nel prete che scrive, chi nel prete che si affligge o chi nel prete intenditore di vini sappia che nella grazia di Cristo, nell’essere santo e nella vera gioia del Signore troverà la propria dimensione».

Al termine della Messa il saluto di Luciano Pivetti. «Questa giornata, giunta al decimo anniversario – ha detto il presidente lombardo – è da considerare una tradizione dell’Unitalsi lombarda e di tanti suoi benefattori, a cominciare dal cavalier Ernesto Pellegrini, e caratterizza il servizio della nostra associazione non solo nei pellegrinaggi a Lourdes, ma anche nell’assistenza ad anziani e ammalati nei territori in cui operiamo. Assicuro al rettore del Santuario, monsignor Amedeo Ferrari, e al vescovo di queste terre, monsignor Antonio Napolioni, così come a tutti i presenti, un ricordo e una corale preghiera speciale alla grotta di Massabielle.

Dopo la benedizione i sacerdoti ed i vescovi, in processione insieme ai volontari dell’Unitalsi, hanno fatto ritorno al Centro spiritualità, dove hanno concluso il pellegrinaggio con un momento conviviale.




Il 19 settembre incontro regionale di preti anziani e ammalati in Santuario con i Vescovi della Lombardia

Giovedì 19 settembre i Vescovi lombardi, riuniti per il consueto incontro della Conferenza Episcopale Lombarda presso il nostro Santuario, incontreranno i sacerdoti anziani e ammalati delle loro diocesi per un momento di amicizia, condivisione e preghiera. Questa giornata è da nove anni una tradizione consolidata grazie all’organizzazione dell’Unitalsi lombarda.

Presiederà la concelebrazione eucaristica S.E. mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano e sarà concelebrata da tutti i Vescovi di Lombardia.

Il programma della giornata prevede l’accoglienza dei partecipanti dalle or10 e alle 11 la preparazionallliturgia presso il Centro di spiritualità del Santuario. Alle 11.30 prenderà le mosse la processionverso la basilica con la recita del Rosario. Al termine della Messa (che sarà alle ore 11.45) pranzaCentrdspiritualità deSantuario.

All’incontro sono invitati anche i membri delle famiglie religiose operanti nelle Diocesi lombarde.

Per iscrizioni ed informazioni scrivere a: segreteria@unitalsilombarda.it

Scarica qui la locandina




Deceduto Franco Merisio, storico sagrestano del Santuario

Dopo una vita dedicata alla famiglia, al lavoro, ma anche al Santuario dove ha prestato servizio come sagrestano per lunghi anni, si è spento Franco Merisio nella serata di lunedì 26 agosto 2024 all’età di 83 anni. Ci stringiamo attorno alla moglie Silvia, ai figli Battista, Angelo e Daniela con le rispettive famiglie per la perdita del caro Franco.

La liturgia ci ricorda che “ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta ma tra­sformata”. Con la morte infatti si manifesta in tutta la sua verità e la sua pienezza la potenza della risurrezione dalla quale siamo stati contagiati nel Battesimo. Siamo certi che ad essa Franco si era preparato nella fede che ha permeato tutta la sua vita. Preghiamo il Signore affinché, per l’intercessione di Santa Maria del Fonte, da lui venerata e onorata in questo Santuario e nel quale per anni ha svolto il suo servizio, lo accolga nella gloria del Cielo.

Le esequie sono state celebrate alle ore 9.30 di Giovedì 29 Agosto nella Chiesa Parrocchiale de “Ss. Fermo e Rustico Mm.” in Caravaggio e successivamente è stato trasferito al tempio crematorio.

La Comunità del Santuario esprime oggi la sua gratitudine nella pre­ghiera suggerita dalla liturgia: “Splenda a lui la luce perpetua insieme ai tuoi santi in eterno, Signore, perché tu sei buono”.